ARTHUR
Tra le pareti rosse ho avuto una vita vacua.
Luci di lampadari di cristallo, sangue blu oltremare.
Musiche di clavicembali e violini in pezzi.
Bisogni sotterranei e pizzi sugli occhi.
Divenivo come bambola, immobile, terrificante ipnotica voce dalle sue labbra.
Il Mago dei boschi arrivava silente e i rami si flettevano tutti sotto i suoi piedi.
Cavalcavo midolli spinali e creste di vertebre spaiate, scarpe logorate da km di imposizioni energetiche.
Vuoto stomaco e caldo cuore.
Dopo ore e ore raggiungevo la meta ma non era quella prefissata.
Mi ritrovavo in pericolosi quartieri e solo la mia borsa peruviana allontanava tutti i possibili ladri.
A volte lacrime scendevano mentre sostavo su un gradino rotto.
Albe di canti angelici entravano nelle mie pupille.
Cercavo ARTHUR ma lui era andato via...
AVANTI! AVANTI!
Mi diceva sorgendo dal mare mentre correvo via dalla mia terra.
Aspettami Hortense...
Aspetta e maledici la tua attesa.
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