ASGARD

Ho sostato dentro cuori neri. Maniaci di centopiedi. Verdi chiostri. Mostri mordi mordi. Figli della claustrofobia ancestrale. Bionda elucubrazionale: ossessione angelica di ricci mistici. Trecce di vento. Margini dove riparare sogni di stoffa cuciti alle mani. Portavo guanti piumati. Suole e campanellini tintinnanti. Ogni mio passo era un suono. Suonavo me stessa dentro la metropolitana. Correvo coi sonagli nei capelli. Non ero joker e neanche Trilly. Assolute vibrazioni senza bemolli. Mi restavano corde di liquirizia rossa da sgranocchiare. Pendenti. Cave di voci. Grida di cornamuse. Diramazioni stellari sopra gradini notturni. VISIBILIA.

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