CECILIA PAYNE

Ma nessuno si chiede come facciamo a sapere che l'universo è fatto per tre quarti di idrogeno! Cecilia Payne perde il padre a 5 anni e il bilancio familiare va a rotoli insieme al sogno di andare da grande all’università. Lei si rimbocca le maniche insieme alla madre, completa gli studi e riesce a vincere una borsa di studio per Cambridge dove inizierà a studiare chimica, fisica e botanica prima di svoltare sull’astrofisica. Una folgorazione dopo aver assistito ad una conferenza in materia. È il 1922 e le donne non possono ancora conseguire la laurea in Inghilterra. Men che meno diventare ricercatrici, ma il destino vuole che i lavori di Cecilia vengano notati nientemeno che dal Direttore dell’Osservatorio di Harvard. Sull’altra sponda dell’Atlantico. Per lei la prestigiosa università americana istituirà (e le pagherà) il dottorato in astrofisica, che Cecilia conseguirà prima donna al mondo. La sua tesi sulla composizione stellare smonterà le teorie dell’epoca, dimostrando che l’universo non è fatto di ferro ma di idrogeno, tanto da essere definita anni dopo “la più brillante tesi di laurea mai scritta in astronomia”. Oggetto delle più bieche gelosie della comunità scientifica maschilista e bacchettona, non solo non potrà pubblicare i risultati delle sue ricerche, ma il collega astronomo Henry Norris Russell se ne prenderà il merito 4 anni più tardi quando arriverà alle stesse conclusioni. Cecilia Payne dovrà aspettare di compiere 38 anni perché la comunità di Harvard ne riconosca concretamente i meriti, dandole il titolo ufficiale di Astronomo e alzandole la misera paga di 2.300$ l’anno! Ci vorranno altri 18 anni per la cattedra di Astronomia e ancora altri 10 per diventare Professore Emerito, e aprire così la strada ad intere generazioni di donne scienziate. È il 1968. Cecilia ha 68 anni. Morirà di lì a 11 anni dopo aver ottenuto titoli, medaglie e lauree ad honorem oltre ogni sua aspettativa. Ironia della sorte, vincerà anche l’Henry Norris Russell Lectureship, il più alto riconoscimento della Società Astronomica Americana intitolato a colui che l'aveva imbavagliata per prendersi il merito delle sue scoperte. Vera donna di scienza, soprassiederà alle recriminazioni pronunciando queste parole: «La vera ricompensa per un giovane scienziato è l’emozione che prova nell’essere la prima persona nella storia del mondo a vedere o capire qualcosa di nuovo». Ad oggi della donna che ha scoperto di cosa è fatto l'universo non esiste nemmeno una targa commemorativa. Anche questa è violenza sulle donne.

Commenti

Post popolari in questo blog

NON BERE PROSECCO!!!

IO LO SO PERCHÈ S'IMPAZZISCE

STOP THIS BOMB